Giunta la prima decade di giugno l'orzo seminato in autunno era ormai pronto per la mietitura, le poche piogge di maggio avevano permesso una buona maturazione, mentre l'assenza di queste durante giugno una buona seccatura, evitando la formazione di carie e altre malattie micotiche.
Vista l'incidenza del sole durante il giorno e la calura scaturitane era possibile solo lavorare all'alba o al tramonto. Nel primo caso la frescura del mattino e l'umidità residua della notte permetteva una maggiore malleabilità dei mannelli di spighe da utilizzare per legare i fasci, ma rendeva difficile falciare le piante. Mentre al tramonto si aveva il contrario, la calura del giorno mi permetteva di tagliare più facilmente i fasci, ma non di annodarli.
In tutto ci vollero due giorni, mietendo pure quel poco che era cresciuto di avena, mentre la segale stava passando dalla fase lattea a quella cerosa. Dell'orzo mietuto, un decimo, composto da sole spighe sane e grosse, fu messo da parte per la semina del prossimo anno.
Per quanto riguarda la trebbiatura, essa fu rimandata di qualche giorno a causa di un forte mal tempo, che una volta ristabilitosi sistemai i fasci al sole per seccarli ulteriormente facilitando la deiscenza delle spighe.
In mezza giornata le spighe si scaldarono abbastanza affinché, tramite l'utilizzo di una correggia costruita legando con dello spago intrecciato un bastone (manico) ad un altro (pestello), battei le spighe per raccoglierne i chicchi.
Dopo due settimane la stessa sorte avvenne per la segale, rimanendo sorpreso, durante la trebbiatura, che la spiga rimaneva integra lasciando uscire i chicchi.
Con l'arrivo della prima decade di luglio fu la volta dei cereali seminati a primavera. Purtroppo il frumento andava raccolto qualche settimana prima, in quanto i passeri e altri volatili ne avevano banchettato a volontà. Per fortuna l'orzo non era stato toccato e più che pronto per la raccolta.
Nonostante fossero 150mq, la mietitura durò solamente un giorno e mezzo, il tutto facilitato dal fatto che l'orzo era cresciuto corto e non si era allettato. Comunque essendomi sbrigato con mezza giornata di anticipo sistemai i fasci in dei piccoli covoni per permettere una migliore essiccazione durante il loro tempo di permanenza nel campo.
Il giorno successivo alle prime luci dell'alba, i fasci furono prelevati dal campo e sistemati su un telo a prendere sole. Più tardi quando le spighe si saranno ben riscaldate si darà inizio alla battitura.
Dopo un'intensa giornata passata a battere e rigirare la paglia, sul fondo erano visibili grani e spighe, asportai così poco alla volta la paglia sovrastante battendola ulteriormente per far cadere le rimanenti spighe e con l'ausilio del maestrale separai le pagliuzze dai grani.
Dopo di che, quando mi fu possibile lavai l'orzo, rimanendo molto deluso dal fatto che quasi la metà in volume del trebbiato era composto da semi cariati o immaturi. In compenso una volta asciugato per bene il totale ammonta a 10.1kg. Non resta ora che aspettare l'inverno per maltare il tutto.
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