giovedì 22 luglio 2021

Progetto Soresi - Aggiornamento

Il luppolo selvatico seminato questa primavera, grazie alle mie cure è continuato a crescere, formando andando così a formare il rizoma che gli permetterà di sopravvivere all'inverno.



Nelle foto soprastanti si possono osservare le foto dei Gonolycos a maggio (sinistra) e poi a luglio (destra). Le ho lasciate crescere a cespuglietto, consono del fatto che ad ottobre seccheranno e procederò alla loro pota. Al momento possiedo 24 piantine, sufficienti a riempire il campo sperimentale, benché dovrei lasciare spazio anche alle altre varietà.


Lo stesso vale per il luppolo ungherese, che al momento ammontano a 20 piantine, nelle foto sopra come prima, si possono osservare le piantine a maggio e poi a luglio.


Infine, c'è il luppolo russo, di questo avevo una copiosa quantità di semi, tanto da far si che possegga 50 piantine, da selezionare in futuro. Da quanto sembra è una varietà molto rustica e sopporta bene la siccità, ma ancora è presto per dirlo.

Tutto considerato lavorerò alla loro selezione per almeno quatto anni, spero in compenso di trovare qualcosa che mi possa essere utile.






Le informazioni presenti su questo blog sono a scopo informativo, quindi mi esento da qualsiasi responsabilità per i danni che potreste causare.

mercoledì 21 luglio 2021

Campo di selezione '21

Nell'autunno del 2019 mi furono recapitati dei semi di luppolo selvatico proveniente dal Nord Italia, inviatimi da parte di Emma Silviana Mauri, decisi di attendere la primavera del '20 per seminarli.

La copiosa quantità di semi, unita alle abbondanti piogge primaverili e alla freschezza dei semi, mi permisero di disporre di un elevato numero di piantine, travasate in seguito dalle seminire alle fitocelle.


Successivamente, la maggior parte delle piantine sopravvisse all'inverno, grazie all'ausilio di una serra, utilizzate per le piante più sensibili al freddo. Di queste a primavera ne selezionai inizialmente 20, le travasai in delle fitocelle più grandi, le quali furono parzialmente interrate in due solchi nel terreno e intorno ad essere andai a costruire il mio secondo luppoleto, per la selezione dei generi delle piantine.

Un volta sistemate le fitocelle e i pali con i relativi cavi, feci crescere le piantine lungo spago passante per il cavo d'acciaio attendendo che le piante fiorissero. 

A metà luglio iniziai a notare dei nuovi getti lungo le liane e staccandone qualcuno notai che erano delle infiorescenze a grappolo, o pannocchie, quindi dei fiori maschi. Decisi così di reciderle al fine di evitare che impollinassero il raccolto. Successivamente qualche giorno dopo altre piante emisero getti più lungi e staccandone qualcuno notai, la presenza di fiori più grandi, dall'aspetto squamoso, deducendo che fossero fiori femminili.

Sopra a sinistra si può osservare la pannocchia di fiori maschili, sono fiori veri e propri disposti a grappolo, la loro funzione è quella di produrre polline quindi presentano solo stami. Le cose cambiano con quelli femminili, in alto a destra, i fiori sono più spargoli e più grandi, ricordando un po' delle piccole pigne, appunto coni. Nella foto sottostante è possibile distinguere i fiori maschili, più scuri, da quelli femminili.


Nel campo al momento sono presenti 22 piante, appunto due furono aggiunte a fine costruzione del luppoleto. Dove quasi metà delle piante fiorite sono femmine.






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martedì 20 luglio 2021

Susin '21

La Sour Susin prodotta lo scorso anno mi sorprese molto una volta assaggiata, rivelava una leggera acidità prettamente citrica, data dalle susine; il lattico era quasi assente, nonostante il mosto avesse 10IBU fermentando sopra i 25°C. L'unica pecca era la torbidità e la prorompente presenza di esteri.


Susin I

Decisi così di rifare questa birra, monitora per settimane il grado zuccherino di queste susine e il loro sapore. Il 29 giugno vidi che ormai le susine erano virate al loro caratteristico colore blu, con una polpa morbidissima e succosa, con un grado zuccherino di 14.0°Br. Il giorno dopo mi adoprai per produrre la cotta.

Ingredienti per 7.0l a 12.0°Br:

0.8 kg di malto Pale;
0.6 kg di frumento.

Il frumento è stato macinato più finemente del malto per permettere un migliore ammostamento. Il mash-in è partito da 45°C, riscaldando il tutto lentamente a 66°C, il tutto impiegando 20 min, poi ho lasciato il tutto a per 1 ora, mantenendo pressappoco la temperatura costante. Infine, mash-out a 78°C.

Ho utilizzato 3.5 l/kg di acqua per l'ammostamento 4.0 l/kg per lo sparging. Raccogliendo 10.0l a 9.0°Br dal quale teoricamente avrei dovuto produrre 7.5l a 12.0°Br, non male. La bollitura è durate 60 min, per la luppolatura ho mirato a 15 IBU, tendo conto della diluizione causata dal succo delle susine, utilizzando 8.5 g di luppolo Mitteglfruh con 4.6% A.A. introdotto ad inizio bollitura.

Durante la bollitura andai a raccogliere le susine, la quantità utilizzata ammontava a 1.8 kg (240 kg/l di mosto), tendo conto che le bucce insieme alla schiuma sarebbero andate a occupare 2.6l, che sommati ai 7.5l di mosto, avrei ottenuto un volume complessivamente occupato di 10.1l, ideali per la mia damigiana che fino al coperchio contiene 10.5l.


Per una migliore macerazione, le susine furono pigiate tramite l'utilizzo di uno schiacciapatate in acciaio disinfettato insieme al contenitore e inseguito lasciate macerare nella damigiana, nell'attesa che il mosto finisse di bollire e in seguito essere raffreddato.

Appunto, una volta freddatosi il tutto unì il mosto, 7.5l a 12.0°Br, alle susine pigiate, 14.0°Br, e ottenere 9.3l a 13.0°Br di mosto totale.

La fermentazione fu piuttosto lenta, condotta ad una temperatura intorno a 22.0°C per evitare la produzione di esteri troppo invasivi. Per poi filtrare il tutto dopo 48 ore e lasciare che il lievito facesse il suo lavoro, durante questa operazione notai un leggero odore acetico proveniente dal mosto, mentre esso si presentava relativamente troppo dolce, come un mosto appena tolto dal fornello.


Susin II

Il lento procedere della precedente cotta nella fermentazione, mi fece dubitare molto della sua reale presenza e dubbi della sua ottimale riuscita iniziavano ad annidarsi. Decisi il 05 luglio di produrne una seconda. Questa volta procedetti in diverso modo, infatti, il giorno precedente andai a raccogliere le susine, le pigia lasciandole riposare nella damigiana così facendo per più di 24 ore.

Ingredienti per 10.0l a 12.0°Br di mosto:

1.4 kg di distico maltato;
1.0 kg di fumento.

Il frumento è stato macinato più finemente del malto, quest'ultimo è quello prodotto durante l'inverno. L'ammostamento non si discostò dal precedente, mash-in a 45°C lento riscaldamento a 66°C per 20 min e una volta raggiunta questa temperatura, fu lasciata costante per 1 ora. Mash-out a 78°C.

Per l'ammostante furono utilizzati 8.0l e altrettanti per lo sparging, raccogliendo 12.0l a 10.8°Br i quali teoricamente avrebbero prodotto 10.8l di mosto a 12.0°Br.

Bollitura da un'ora, con un'unica gittata di luppolo all'inizio. Mirai anche qua a 15 IBU, utilizzando 20.0 g di luppolo autoprodotto, Lycos, contente 3.0% A.A.. A fine bollitura 3.9l di mosto furono conservati in dei vasetti pastorizzati e messi da parte per eventuali rabbocchi e la rifermentazione in bottiglia.

La quantità di susine utilizzate ammontava a 2.7 kg a 14.0°Br, esse in fermentazione avrebbero occupato un volume di 3.9l di conseguenza avrei dovuto utilizzare 6.1l di mosto per raggiungere i 10.0l target della damigiana. Infatti, complessivamente a fine bollitura avevo 10.0l a 13.0°Br, ai quali sottratti i 3.9l mi sarebbero rimasti 6.1l. 

Il mosto finale era di 9.0l a 12.0°Br, molto probabilmente nelle 24 ore precedenti i lieviti avevano consumato parte degli zuccheri presenti nelle susine. Infatti, il giorno seguente la fermentazione era più tosto vivace e la cosa mi rese felice.

Dopo 10 giorni, dopo essermi liberato da vari impegni, decisi di travasare e filtrare il tutto, con l'occasione rabboccai con 1.8l di mosto (la feccia depositatasi nei barattoli non la introdussi), raggiungendo complessivamente i 10.0l. La sorpresa durante il travaso fu l'inconfondibile odore che emanava il mosto, identico a quello dell'uva pigiata che fermenta nei mastelli. Come pure l'odore delle bucce identico a quello delle vinacce. Tanto da farmi ricordare la prima IGA prodotta nel 2019.

Ora non resta che attendere che i lieviti terminano il loro lavoro.






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domenica 11 luglio 2021

Raccolta orzo '21 - parte seconda

Dopo la raccolta dell'orzo esastico, venne il turno dell'orzo distico seminato a primavera, che non venne su molto bene. Infatti, la semi molto tardiva, permise la crescita di erbacce che ne soffocarono una parte.

Ai primi di luglio imbracciata la falce e iniziai a mietere. I lavori procedettero a rilento, causa la presenza di rapastrello dal fusto legnoso che doveva essere estirpato, comunque il tre giorni riuscì a mietere 200mq, raccogliendo il tutto in un unico viaggio sul rimorchi, l'orzo distico cresce basso e non è soggetto ad allettatura, ciò si traduce anche in poca paglia.


Raccolto l'orzo, procedetti con lo stenderlo al sole e successivamente trebbiarlo come avevo fatto con l'esastico. Questa fu rallentata dal fatto che il distico si sgranava con difficoltà. Infatti, ricavai soltanto 10.0kg di orzo totale, di questi 0.5kg lo ricavai raccogliendo soltanto le migliori spighe, per la selezione dei chicchi da seminare in autunno.






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