All'arrivo dei primi di giugno mi decisi che da li a poco avrei raccolto l'orzo esastico seminato in autunno. Le spighe si presentavano ben mature, con chicchi gonfi e gommosi.
Ma dopo dieci giorni, quando giunse la mietitura, il clima mi fu avverso, pioveva ogni due giorni, e in questi fugaci momenti mi precipitavo a mietere armato del mio falcetto. La raccolta dell'orzo deve essere tempestiva, se lasciata la spiga a seccare troppo durante la raccolta si sgrana con conseguenti perdine del raccolto, nel mio caso se lasciata bagnare dalle piogge rischiavo che ammuffisse o germinasse.
Ci vollero tre giorni a mietere 100mq di orzo, rallentato dal clima e dal fatto che le piante erano allettate. L'umidità della paglia era il male minore, poiché il giorno successivo alla mietitura provvedevo a stendere le spighe al sole sopra una tela cerata.
Dopo un paio di giorni al caldo sole estivo, quando le spighe si sgranavano con facilità era giunta la fase della trebbiatura, armato di una forca pestavo la calda paglia su una cerata, rigirandola per favorire l'accumulo dei chicchi negli strati di paglia sottostante. Questo processo processo durava 15 - 20 minuti, fin quando la paglia soprastante non diventava leggera e quindi priva di chicchi.
Alla trebbiatura seguì la vagliatura, dove quanto con l'ausilio del vento, quando quello di una ventola, andai ad eliminare tutti i residui di paglia, delle spighe e la terra dai chicchi. Infine, decisi di lavarlo e asciugarlo al sole per alzare la qualità.