Nel 1836 l'agronomo Alberto Linneo Tagliabue, cita il negoziante e agronomo Pietro Soresi, in una traduzione di un trattato sulla coltivazione del luppolo. Soresi di ritorno dai suoi viaggi in Europa decise di costruire un luppoleto proprio coltivando sia quello lombardo (selvatico) e quello bavarese [1].
Ispirandomi a lui decisi di coltivarne sia di selvatico che di addomesticato. Acquistai semi di luppolo selvatico un po' in tutto da tutto il Mondo e in tutta Italia. Ho preferito i semi, innanzitutto per la facilità del trasporto, il trasporto di rizomi possono portare a dei problemi doganali; secondo, utilizzando semi posso avere oltre alle piante femmine anche quelle maschio; infine, posso avere una maggiore disponibilità di selezione di un luppolo adatto al mio clima.
Sopra si possono osservare le seminiere nelle quali sono stati piantati i vari semi raccolti, da sinistra: luppolo dal Centro Italia, luppolo dai Balcani e luppolo dalla Russia. Poi nella foto accanto, nella prima seminiera a sinistra vi sono i semi di Mittelfruh, Fuggle e Saaz, nell'altra altri semi russi.
A questo punto devo aggiungere che dai coni di Mittelfruh, Fuggle e Saaz messi ad invecchiare raccolsi dei semi maturi, così da avere la possibilità di selezionare delle varietà affini a questi, magari quelli del Fuggle si riveleranno di aiuto come lo Styrian Golding per la Stiria. Certo direte, facevo prima ad acquistare dei loro cloni e piantarli, cosa che ho già fatto. Ma il mio interesse ricade sul fatto che questi semi sono stati impollinati da maschi selvatici o inselvatichiti nelle loro zone di coltivazione, quindi cadere nella stessa categoria dei primi semi citati.
Bibliografia
[1] Payen, Chevallier e Chappellet, Trattato sulla coltivazione e sugli usi del luppolo, Milano, Pier Giovanni Silvestrini, 1836.
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