martedì 12 gennaio 2021

Maltazione dell'orzo

Un anno fa volendo cimentarmi nella produzione del malto, mi procuro un bel po' di orzo prodotto localmente, aimè al suo arrivo noto che che i chicchi sono stretti e lunghi. Quindi mi ritrovai per le mani 50kg di orzo esastico, ma vista la mia inesperienza nel processo di maltazione ne feci necessità virtù.

Come tutti i cereali vestiti presentava molte impurità come pagliuzza e terra, oltre alla presenza di sementi come favino, viccia e altri cereali. Armato di buona pazienza nelle giornate soleggiate prendevo 15 o 20 kg li lavavo per bene finché l'acqua non risultava limpida e priva di semi o altri elementi galleggiati. Metà o più li lasciavo in ammollo, mentre la rimante la asciugavo per poterla utilizzare in un secondo mento.

A metà ottobre del '20, con l'arrivo del freddo, maltai gli ultimi 7.5kg di orzo pulito, 8kg li tenevo posati per la semina, gli altri erano stati maltati.

I tempi di ammollo non li seguo in maniera rigida, cerco di regolamentarli in base al tempo a mia disposizione. Inizio con il mettere in ammollo i grani di mattina alle 7 o le 8, dopo pranzo li tolgo dall'acqua per metterli in delle cassette piane foderate con una rete a trama fine, la sera dopo le 9 o le 10 metto di nuovo in ammollo i grani per tutta la notte, il giorno seguente al mattino li scolo e per metterli di nuovo in ammollo la notte, dopo 48 ore dall'inizio di tutto, quando i semi sono belli gonfi come sotto, li sistemo nelle cassette e li lascio asciugare.



 Si può notare nel dettaglio sopra a destra, come inizi a crearsi la radichetta, essa crescerà nei giorni successivi, e insieme alle altri possono aggrovigliarsi, infatti, dal giorno successivi al termine dell'ammollo, mescolo o grani una volta la mattina ed una la sera.


Sopra a sinistra i grani dopo 2 giorni che sono stati lasciati a germinare, acconto dopo 4 giorni.
Decido così di vedere a che punto è l'acrospira, la parte di germe dal quale si andranno a sviluppare le foglie e il fusto della futura pianta, questa cresce sotto la glumella e non la può vedere se non tagliando longitudinalmente il chicco.


Nella foto sopra è possibile distinguere l'acrospira, gialla, nel chicco. Si può notare anche che endosperma, bianco, ancora non è stato del tutto modificato dagli enzimi, decido così di lasciare l'orzo a continuare la sua geminazione per qualche altro giorno.
Quindi dopo una settimana inizio ad essiccare il malto verde risultante a 40°C, è un processo che devo eseguire in batch, poiché l'essiccatore più di 4 o 5 kg di malto non lo contiene. A fine essiccazione con l'occasione che i chicchi sono belli caldi procedo a togliere pare delle radichette facendo fregando i grani sulla rete che riveste le cassette utilizzate per la maltazione, mentre una volta essiccato tutto il malto, procedo alla tostatura in forno a 80°C per 2 ore, cerco sempre di farla uniforme, mettendo 2 o 3 cm di malto nel vassoio per volta e mescolandolo ogni 30 min. Al termine della tostatura, faccio una seconda cernita delle radichette, e lo lascio raffreddare prima di stoccarlo.






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